Come sarebbe stato il passato se il futuro fosse arrivato prima…
Un modo per descrivere l’atmosfera steampunk è ben riassunto in questa frase.
Lo steampunk è un filone della fantascienza che introduce una tecnologia anacronistica in un’ambientazione storica, per lo più il XIX secolo, in cui tecnologia e strumentazioni vengono azionate dalla forza motrice del vapore (steam in inglese) e l’energia elettrica torna a essere, come nella fantascienza ottocentesca, un elemento narrativo capace di ogni progresso e meraviglia.
La scenografia preferita è la Londra vittoriana dei romanzi di di Conan Doyle, H. G. Wells e Jules Verne in cui vengono introdotte macchine fantastiche azionate dal vapore e computer completamente meccanici.
Lo steampunk rivolge l’attenzione alla tecnologia (autentica, teorica o cinematografica) dell’era vittoriana, con macchine a vapore, congegni meccanici e a orologeria, macchine differenziali. Si presenta dunque come il tripudio della meccanica in opposizione all’elettronica del tema cyberpunk da cui è nato come variante ironica negli anni ’80, prendendosi poi però prepotentemente la scena come filone narrativo ricco e articolato!
In origine lo steampunk, analogamente al cyberpunk, è stato tipicamente distopico, spesso con temi noir. Con lo svilupparsi del genere, finì con l’adottare maggiormente le peculiarità utopistiche, di interesse più generale, del romanzo scientifico dell’età vittoriana. Vi compaiono spesso società segrete e teorie del complotto e in alcuni casi si ricorre a significativi elementi fantastici.
Ecco perchè le Macchine sono al centro del nostro tema: riprese in moltissimi titoli di genere come La macchina della realtà (The Difference Engine, 1990) scritta da William Gibson e Bruce Sterling: un’età vittoriana alternativa, un’ucronìa nella quale la macchina analitica di Charles Babbage è stata effettivamente costruita, causando l’inizio dell’era dell’informazione con oltre un secolo di anticipo. È considerato il titolo che ha diffuso la consapevolezza del genere. O ancora La macchina del tempo di H. G. Wells, classico di fantascienza dell’epoca o il più recente Le macchine infernali, 1987, di K. W. Jeter.